Per poter ottenere un buon profitto è necessario conoscere, il meglio possibile, gli asset, ovvero i beni e le risorse economiche, con cui si intende investire.
Gli Indici di Borsa più importanti:
- FTSE MIB;
- NASDAQ;
- Nikkei 225;
- S&P Africa 40;
- BOVESPA.
Nel trading, gli asset vengono suddivisi in quattro gruppi, tra cui:
- le materie prime, conosciute anche come commodities;
- le coppie di valute;
- le azioni;
- gli indici azionari.
Quest’oggi approfondiremo meglio quest’ultimi, molto utilizzati dai trader di tutto il mondo.
In sostanza, gli indici sono una rappresentazione di un paniere specifico su un certo trend di diverse azioni, quindi, un indice è formato da più titoli azionari.
Possiamo, poi, cominciare con l’affermare che gli indici azionari si dividono in:
- Indici equally weighted: In parole semplici, tutti le azioni all’interno dell’indice hanno un peso dello stesso valore;
- Indici price weighted: contrassegnati dal valore, che viene assegnato al titolo in base a un prezzo specifico;
- Indici value weighted: si basa sul valore dei singoli titoli in modo proporzionale alla capitalizzazione di Borsa;
- Indici di sostenibilità: questi indici sono tra i più utilizzati, e pesano su ogni titolo, in base a principi economici e di grandezza.
Quali sono i maggiori indici italiani?
Nella Borsa italiana, l’indice azionario più rilevante è il FTSE MIB, che è l’insieme delle 40 aziende con il più alto tasso di capitalizzazione, e rappresentano l’80% dell’economia interna di mercato.
In seconda posizione, c’è l’indice FTSE IT All Share, l’ex MIBTEL, ed è, praticamente, l’unione di più indici, tra cui FTSE MIB, FTSE Italia Mid Cap e FTSE Italia Small Cap.
Nello specifico, l’indice FTSE Italia Mid Cap comprende le prime 60 società, che non rientrano nel FTSE MIB. Invece l’FTSE Italia Small Cap è l’insieme delle 123 aziende con le azioni con bassa capitalizzazione.
Per finire, il FTSE IT Star, ovvero Segmento Titoli con Alti Requisiti, che include tutte le società quotate di media dimensioni, con una capitalizzazione di un miliardo di euro massimo.
Bisogna sottolineare che non tutti gli indici italiani vengono offerti da ogni piattaforma online di trading online.
Quali sono i maggiori indici internazionali?
Per quanto riguarda le Borse valori di tutto il mondo, i maggiori indici azionari sono:
Il Dow Jones, che è l’indice principale della Borsa newyorkese e rappresenta le 30 società USA del settore industriale più grandi e meglio capitalizzate.
Poi il Nasdaq, dall’acronimo di National Association of Securities Dealers Automated Quotation, che è uno tra i principali indici nel campo della tecnologia, sempre americano.
Mentre il S&P 500, che è l’indice della famosa agenzia di rating Standard & Poor’s, e segue le variazioni di 500 aziende statunitense.
Dopo i maggiori indici degli Stati Uniti, passiamo a quello giapponese, ovvero il Nikkei 225, l’indice più importante della Borsa di Tokyo, che ingloba insieme i 225 titoli azionari delle migliori compagnie nipponiche maggiormente capitalizzate.
Per la Germania, invece, c’è il DAX 30, dall’acronimo Deutsche Aktien Xchange 30. Questo indice rappresenta un punto di riferimento della Borsa tedesca e comprende i 30 titoli di aziende con la migliore capitalizzazione.
Per la Gran Bretagna, il FTSE 100, acronimo di Financial Times Stock Exchange, che rappresenta l’indice azionario delle 100 maggiori società più capitalizzate quotate nel London Stock Exchange.
Infine, per la Francia c’è il CAC 40, acronimo di Cotation Assistée en Continu. Si tratta di uno dei più importanti indici del sistema Euronext. Anche questo rappresenta le 40 aziende a maggior capitalizzazione.
Bisogna sottolineare che, anche in questo caso, non tutti gli indici sono presenti in ogni piattaforma online di trading.
I vantaggi di investire sugli indici
Il principale vantaggio di investire sugli indici di borsa, è rappresentato dal fatto che per questi ultimi non esiste il rischio di perdere il capitale per un singolo bene o prodotto.
Per capire meglio, supponiamo che se si sceglie di investire, per esempio, sulle azioni di una determinata società e a un certo punto il valore di esse scende a picco.
Di conseguenza, si va a perdere subito il proprio capitale investito.
Nel caso, invece, dell’investimento su un indice azionario questo non accade, perché non viene tenuto conto solamente di un singolo bene ma dell’insieme di più beni, limitando così il rischio.
Questo, però, non significa che il trader è esente da ogni tipo di rischio. E’ possibile sempre effettuare una previsione errata sull’andamento del prezzo dell’asset, e andare a perdere comunque i soldi.
Quindi, è necessario studiare sempre in modo approfondito ogni singolo indice che si sceglie per il proprio investimento, e farsi aiutare da validi strumenti come i grafici, le quotazioni e il calendario economico.
FTSE MIB, l’indice azionario più importante della Borsa italiana
In questa sezione si parlerà dell’indice FTSE MIB, approfondendo diversi argomenti correlati come l’analisi tecnica settimanale, con la sua quotazione in tempo reale, l’analisi aggiornata del grafico.
Cosa si intende per FTSE MIB 40?
Il FTSE MIB 40, acronimo di Financial Times Stock Exchange Milano Indice di Borsa, è l’indice azionario, che rappresenta l’andamento di 40 società maggiormente capitalizzate, e quotate nella Borsa italiana.
Nasce, inizialmente, con il nome S&P Mib, ma dal 01 giugno 2009 cambia in FTSE MIB.
Si tratta dell’indice più rilevante della Borsa italiana, perché rappresenta ben l’80% della capitalizzazione totale di tutto il mercato azionario nostrano.
Esempio di Analisi tecnica su FTSE MIB
Una settimana impegnativa per la presenza di due riunioni molto importanti delle banche centrali. Nello specifico, la Federal Reserve, la Bank of Japan.
Di conseguenza, il FTSE MIB registra l’ottava con un progresso dell’1,50%, a 16.452 punti, nonostante le prese di beneficio che hanno influenzato la seduta finale di contrattazioni. Il FTSE MIB, infatti, ha mollato il terreno dell’1,11%, affossato dai titoli, che riguardano il settore finanziario e quello petrolifero, in diminuzione, a seguito della retromarcia causata dalle quotazioni del WTI (prezzo del greggio texano).
Inoltre, performance ottima per il nostro sistema operativo che dopo la chiusura oraria maggiore di 16.280 punti è giunto a due obiettivi della strategia Long Intraday, e due obiettivi della strategia Long Over.
Si prevede, che la strategia Long per la prossima ottava, apra in rialzo, solo se si registra una chiusura oraria maggiore di 16.520 punti, Target Price tra i 16.620 e i 16.730 punti, Stop Loss, invece, in caso di chiusura oraria minore di 16.400 punti.
Conservare la posizione rialzista, nel caso in cui ci sia una chiusura oraria o giornaliera superiore a 16.730 punti, al fine di sfruttare possibili allunghi tra 16.830 e 17.000 punti. Stop Profit, invece, in caso di ritorno al di sotto di 16.645 punti in chiusura di candela oraria.
Analisi del Grafico settimanale FTSE MIB
Il quadro grafico è ancora fragile per il FTSE MIB che, però ha sfruttato l’euforia di tutte le piazze finanziarie mondiali, grazie al mancato aumento dei tassi d’interesse statunitensi
Secondo i così chiamati “dot plot”, le proiezioni sull’evoluzione dei tassi per i singoli membri del Comitato di politica monetaria, il prossimo anno dovrebbero esserci due aumenti dei tassi d’interesse.
Di conseguenza, ha fatto rilevare un prezzo massimo a cinque sedute, pari a 16.737 punti, per poi, come appena detto, concludere l’ottava a 16.452 punti.
Il NASDAQ
Nasdaq, uno degli indici mondiali più importanti, sta per National Association of Securities Dealers Automated Quotation (ovvero: “Quotazione automatizzata dell’Associazione nazionale degli operatori in titoli”) è stato il primo esempio al mondo di borsa elettronica.
Inizialmente era composto da soli titoli della cd New Economy, ossia i titoli cd tecnologici, ma oggi conta molti titoli anche non di questo campo.
Tuttavia, dato ancora il peso molto forte della tecnologia, viene visto come “termometro” di questo mercato. Ne esistono diversi sottogruppi tra i quali il più importante è sicuramente il NASDAQ 100 dove sono quotati i 100 titoli più rappresentativi di questo di indice.
E’ interessante come notare come l’indice base, il Composite, sia da poco tornato sui livelli del boom pre 2000 sui titoli tecnologici:
Va detto che si tratta di un indice in cui i pesi dei singoli componenti è dato dalla capitalizzazione di borsa dei titoli (quasi 3000!) e ci sono quotati titoli come Google, Apple, Facebook …
Da un punto di vista dell’analisi interamente stiamo parlando comunque di un indice altamente correlato agli altri indici borsistici americani più importanti come S&P 500 e DowJones, come testimoniato da questo grafico di comparazione su scala logaritmica:
Il Nikkei 225
Il Nikkei 225 è il principale indice giapponese e si compone, come dice il nome stesso, delle 225 azioni più rappresentative della Borsa di Tokyo.
Si tratta di uno degli indici più vecchi del mondo (1950) ed un indice del tipo price-weighted ossia è il prezzo dell’azione a determinarne il peso all’interno dell’indice e non la sua capitalizzazione di borsa (esattamente come il Dow Jones).
Le azioni più importanti racchiuse in questo indice sono la Canon, la Panasonic, la Pioneer, la Sharp, la Sony, la Nissan, la Toyota, la Mitsubishi, la Mazda e la Honda.
Dal punto di vista storico l’indice ha avuto un andamento molto altalenante e attualmente è praticamente e metà del suo valore massimo!
Il mercato giapponese è stato praticamente fermo negli scorsi anni soprattutto se paragonato a quello americano. Quindi, potenzialmente, si tratta di un indice dalle forti prospettive di crescita.
S&P Africa 40
L’indice S&P Africa 40 è miglior modo, a nostro avviso, per investire nel continente nero.
Questo indice è costruito utilizzando un metodo che ci consente di avere sempre in portafoglio i migliori titoli africani.
Dal punto di vista della costruzione lo S&P viene costruito con le seguenti regole:
- Nessun titolo può pesare più dell’8% all’interno dell’indice;
- Nessun paese può pesare più del 30% all’interno dell’indice;
- Si tratta dei titoli a maggiore capitalizzazione e con maggiore “liquidità” di Egitto, Ghana, Kenya, Marocco, Nigeria, Tunisia e Sud Africa.
Dal punto di vista della correlazione, questo indice si presenta come una soluzione ideale quando si vuole fare un investimento diversificato e, soprattutto, se si hanno aspettative di crescita dei prezzi delle commodities.
Se guardate il grafico qui sotto con la linea verde vediamo lo S&P500, con quella viola un indice rappresentativo del petrolio e con la blu l’indice S&P Africa 40.
Come potete vedere l’indice africano e quello del petrolio hanno un andamento similare anche se l’indice africano ha risentito molto di più, negli ultimi anni, delle tensioni geopolitiche.
BOVESPA
Il BOVESPA è uno degli indici dei paesi emergenti più importanti. Negli anni 2000 è stato sicuramente uno degli indici più performanti, soprattutto rispetto a quelli europei.
E’ un indice pesato per il valore di borsa e si compone principalmente di industriali legati alle materie prime.
Infatti il mercato brasiliano ha accusato nell’ultimo periodo una forte correzione, dopo l’esplosione del primo decennio del 2000, a causa del calo dei prezzi delle materie prime di cui il Brasile è un forte esportatore.
Come potete vedere l’andamento del petrolio e quello dell’indice brasiliano sono fortemente correlati anche se, specie nell’ultimo periodo, il calo fragoroso del prezzo del petrolio non ha portato ad un calo così forte dell’indice brasiliano, indice che la correlazione tra di due prezzi non è sempre perfetta.
Da un punto di vista del trading anche la valuta brasiliana, dopo un periodo di forte deprezzamento, si sta rivalutando nei confronti dell’euro e, anche questo, è un indicatore che il mercato brasiliano è ancora in crescita.