Il programma idrogeno lanciato dall’Unione Europea e i piani nazionali presentati da diversi Paesi, tra cui l’Italia, rappresentano un passo importante nella giusta direzione per consentire all’idrogeno di contribuire all’obiettivo di rendere l’Europa il primo continente a raggiungere zero emissioni di CO2 entro l’anno 2050.
Nel caso dell’Italia, ad es. nella strategia messa in consultazione nei mesi scorsi, 5 GW di capacità installata per produrre idrogeno verde e un primo obiettivo del 2% del mix energetico al 2030 con previsione di crescita. fino al 20% nel 2050.
Per accelerare lo sviluppo della catena del valore, abbiamo bisogno di politiche che promuovano l’aumento della tecnologia e la riduzione dei costi. Ad esempio, il consorzio Gas for Climate ha recentemente proposto che la Commissione europea fissi un obiettivo vincolante pari all’11% di gas rinnovabili compreso il 3% di idrogeno verde per la domanda finale di gas entro il 2030.
A nostro avviso, questo è un esempio di questa tendenza efficace driver, nonché un maggiore utilizzo di una miscela di idrogeno e gas naturale nelle reti. Fondamentale è anche creare una catena del valore tecnica nazionale ed europea affinché non si perdano opportunità, come è avvenuto con le reti radiofoniche e televisive. Per l’idrogeno, ciò significa costruire gigafabbriche che producano elettrolizzatori, i componenti che consentono di trasformare l’elettricità rinnovabile in idrogeno verde.
Infine, affinché il mercato funzioni, sarà necessario aggregare geograficamente i consumi creando delle “valli di idrogeno”, anche per ottimizzare le infrastrutture. Elemento centrale in questo processo sarà la cooperazione tra imprese, istituzioni e mondo della ricerca.
Snam è stato il primo grande player a provare a immettere l’idrogeno nella rete del gas a Contursi, nel Salernitano. Ci sono altre iniziative in corso, soprattutto in Italia.Il test di Contursi è stato importante perché ha dimostrato che le infrastrutture del gas potranno trasportare idrogeno in quantità sempre maggiori nei prossimi anni, aiutando l’Italia e l’Europa a raggiungere gli obiettivi di emissione di CO2.
L’utilizzo delle reti del gas è la modalità più competitiva per trasportare l’idrogeno: come calcolato da Guidehouse nello studio European Hydrogen Backbone, gli interventi necessari per convertire le infrastrutture esistenti al trasporto dell’idrogeno costano solo tra il 10% e il 25% di quanto costerebbero integralmente . costruire. nuove reti.
Sul fronte delle nuove iniziative, il focus principale del piano strategico di Snam, prevede investimenti per 150 milioni di euro è focalizzato sul progetto di trasporto ferroviario che è stato avviato in collaborazione con altri partner per convertire parte della rete italiana dal diesel all’idrogeno.
In Italia ci sono ancora quasi 5.000 km di rete elettrificata. Il treno a idrogeno, che è già una realtà nella vicina Germania, potrebbe rappresentare un’importante opportunità per l’Italia. Come già accennato, Snam collabora anche con altre aziende italiane e straniere a sperimentazioni e progetti per mettere le nostre infrastrutture e tecnologie a disposizione dell’industria e della produzione di energia.
Fonte: Eai.enea.it
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