Mentre i primi 100 indirizzi Ether detengono il 39% dell’offerta di ETH, i primi 100 indirizzi Bitcoin detengono solo il 14% dell’offerta di BTC. La volatilità è un’altra preoccupazione.
Morgan Stanley ha avvertito che il dominio di Ether potrebbe iniziare a diminuire mentre deve affrontare la crescente concorrenza delle blockchain rivali.
Spiegando i rischi associati alla seconda criptovaluta più grande del mondo, gli analisti della banca d’investimento statunitense hanno avvertito che Ether è “meno decentralizzato di Bitcoin”.
La volatilità è un’altra preoccupazione. Il rapporto aggiunge:
“Dal 2018, la volatilità di 60 giorni di Ethereum è stata di circa quattro o cinque volte maggiore di quella dell’S&P 500. In particolare, Ethereum è stato circa il 30% più volatile di Bitcoin dal 2018. Nel 2021, la sua volatilità di 60 giorni è stata in media di circa 86%, circa sette volte più dell’S&P 500”.
Sebbene gli autori riconoscano che la blockchain di Ethereum “ha creato un mercato completamente nuovo per le piattaforme di contratti intelligenti” – con casi d’uso consolidati tra cui protocolli finanziari decentralizzati e token non fungibili – temono che altre reti possano iniziare a rubare la sua quota di mercato.
Indica come Solana sia stato specificamente progettato “per consentire transazioni di contratti intelligenti più veloci ed economiche”, mentre Cardano è stato sviluppato da uno dei co-fondatori iniziali di Ethereum.
Grandi sfide davanti
Una delle principali preoccupazioni per Morgan Stanley in futuro è la capacità di Ethereum di continuare a crescere e l’impatto che ciò avrà sulla scalabilità.
Avvertendo che questa rete “ha bisogno di archiviare una quantità molto grande di dati” – il tutto offrendo transazioni più veloci ed economiche rispetto ai rivali – il rapporto avverte:
“La blockchain di Ethereum, misurata in gigabyte, sta crescendo più velocemente di quella di Bitcoin e i suoi requisiti di memoria hanno superato quelli di Bitcoin nella metà del tempo. Nel tempo, la domanda di spazio di archiviazione di Ethereum, a meno che non venga modificata, supererà probabilmente le sue risorse”.
La banca ha anche sottolineato come le commissioni di transazione elevate rendano già la rete di Ethereum “troppo costosa per transazioni di piccolo valore”.
Concludendo il suo rapporto, Morgan Stanley ha aggiunto che la più grande incognita di tutte potrebbe essere la regolamentazione, con il panorama che inizia a cambiare mentre i governi di tutto il mondo stanno recuperando terreno:
“Gran parte dell’attività su Ethereum è in DeFi e NFT, due aree con normative in rapida evoluzione. Le normative che limitano o eliminano determinati segmenti di mercato, come la finanza, dall’utilizzo di Ethereum potrebbero ridurre la domanda di transazioni Ethereum”.
Fonte: coinmarketcap



