Opzioni FX

Opzioni FX: Come funzionano Conviene Investire? [2023]

Tra le ultime novità offerte da IQ Option ai suoi clienti ci sono le Opzioni FX. L’opzione FX è un nuovo strumento d’investimento che sfrutta tutte le funzionalità del Forex offrendo ai trader l’opportunità di negoziare coppie di valute a breve termine.

Le Opzioni FX hanno un potenziale rendimento illimitato per tutte le negoziazioni che sono andate a buon fine, per le negoziazioni con previsione errata, le perdite possono essere inferiori al 100%, ma non si perde mai più di quello che si è investito.

Cosa sono e come funzionano le Opzioni FX

Le Opzioni FX consentono ai trader di aprire una posizione di negoziazione con una scadenza di 60 minuti, con un importo minimo di 25 euro, la negoziazione si può chiudere in qualunque momento, si può scegliere tra sei coppie di valute (in Europa), tra le più importanti.

Le Opzioni FX sono semplici da negoziare, basta scegliere le coppia di valute con cui vuoi negoziare, decidere il prezzo d’esercizio e l’importo con cui investire, il minimo è di 25 euro, per poi scegliere quale posizione prendere, se si prevede che il prezzo salga allora acquistiamo, se si prevede che il prezzo cali allora vendiamo.

Le Opzioni: Concetti di Base

Un’opzione è un derivato, ossia un prodotto finanziario il cui valore “deriva” (da cui il nome) da quello di un’altra attività. Dalle opzioni derivano le ormai famose “opzioni binarie”.

Volendo dare una definizione sintetica potremmo dire che:
Le opzioni sono dei contratti in cui il compratore dell’opzione acquisisce il diritto (e non l’obbligo) di comprare (opzioni call) o di vendere (opzioni put) una grandezza (sottostante) ad una certa data (o entro una certa data) e ad un certo prezzo (strike price).

Dalla definizione qui sopra capiamo che ci sono 4 concetti fondamentali nelle opzioni:

  • Il tipo. Le calls danno diritto di comprare mentre le puts danno il diritto di vendere;
  • Il sottostante. E’ la grandezza oggetto del contratto, ossia il bene che ho il diritto di comprare o vendere al venditore dell’opzione;
  • La scadenza. E’ la data in cui o entro la quale posso esercitare il mio diritto;
  • Lo strike price. Ossia il prezzo di acquisto o di vendita che ho fissato nel contratto.

Chi compra l’opzione deve pagare al venditore un premio.

Potremmo pensare all’opzione come alla RCA della nostra auto: noi paghiamo un premio alla nostra Assicurazione (venditore dell’opzione) per assicurarci che il costo massimo di un incidente con colpa sia pari al premio stesso!

Le opzioni possono avere sottostanti di tutti i tipi: metalli preziosi, prodotti agricoli, azioni, obbligazioni e persino condizioni meteorologiche.

Esempio:

L’opzione è quindi un contratto in cui ci sono due parti:

  • Lo scrittore dell’opzione che è colui che la crea;
  • Il detentore che è colui che l’ha comprata.

Con l’acquisto dell’opzione il detentore acquisisce il diritto (e non l’obbligo) di acquistare (opzioni call) o vendere (opzioni put) una certa grandezza (il sottostante) ad una certa data (expiry date) e ad un certo prezzo (strike price).

Le opzioni sono un mezzo di copertura dal rischio straordinario.

Le Opzioni: definizione

Le opzioni, sono un contratto, in cui l’acquirente dell’opzione ha comprato il diritto di comprare dal venditore dell’opzione o di vendere un certo sottostante al venditore dell’opzione. Le opzioni, quindi, le possiamo classificare in due grandi tipologie:

  • Call: danno il diritto all’acquirente di comprare il sottostante ad una certa data e a un certo prezzo;
  • Put: danno il diritto all’acquirente di vendere il sottostante ad una certa data e a un certo prezzo.

IQ option FX options

In entrambi i casi il venditore subisce la scelta dell’acquirente che, tuttavia, eserciterà l’opzione solo se conveniente per lui.

Il prezzo di acquisto/vendita è il cd strike price o prezzo di esercizio.

Se, a scadenza dell’opzione, il prezzo di mercato del sottostante è maggiore dello strike price, il detentore di una call ha convenienza ad esercitare l’opzione (si dice che l’opzione è in the money) perché pagherebbe un bene meno del suo valore di mercato di quel momento. Nel caso di un valore inferiore, invece, l’opzione non verrebbe esercitata (l’opzione è out of the money).

Nel caso di un valore pari a quello dello strike price avremmo indifferenza tra l’esercizio o meno dell’opzione (opzione at the money).

Naturalmente, nel caso di una put, l’opzione sarebbe in the money se il prezzo di mercato a scadenza fosse sotto lo strike price perché, in quel caso, il compratore della put avrebbe il diritto di vendere il sottostante ad un prezzo maggiore di quello di mercato di quel momento.

La data di esercizio dell’opzione è la data alla quale (opzione di tipo europeo) o entro la quale (opzione di tipo americano) avviene o meno l’esercizio dell’opzione. In questa data l’acquirente della call (se in the money) paga lo strike price al venditore dell’opzione che, invece, consegna il sottostante.

L’acquirente della put, invece, incassa lo strike price e consegna il sottostante al venditore dell’opzione.

Le Opzioni: Esempio

Poniamo di aver programmato un viaggio negli USA per la prossima estate e di avere intenzione di sfruttare la differenza tra €uro e Dollaro per comprare un’iPhone al prezzo di $ 1.000. Se potessi andare oggi negli USA e il tasso di cambio fosse 1,30$=1€ (0,769$=1€) potrei comprare l’iPhone pagando € 769. Tuttavia io non so se al momento del viaggio il cambio sarà uguale o peggiore.

A questo punto ho 3 possibilità:

  • Cambio oggi € 769 con i $ 1.000 e mi li tengo in tasca fino al viaggio.
  • Aspetto di andare negli USA e compro al cambio del momento.
  • Compro un’opzione sul cambio put €/ call $ con strike price 1,30 e scadenza nella data di partenza per il viaggio.

Nei punti 1 e 2 ho già fissato quello che sarà il mio esborso in €uro (l’unica differenza che è nel punto 1 i dollari li prendo subito e nel 2 solo a scadenza). Con l’opzione, invece, io compro il diritto di vendere i mie €uro in cambio dell’acquisto dei dollari al cambio di 1,30:

€ 769 in cambio di $ 1.000!

Al momento del viaggio il cambio può essere salito, sceso o rimasto uguale:

  • Poniamo che il tasso di cambio €/$ sia arrivato a $ 1,20 = € 1. In tal caso, non cambia nulla nel punto 1, mentre se ho scelto la seconda possibilità dovrò sborsare € 833 per cambiarli con i $ 1.000. Con l’opzione invece ho la possibilità di continuare a comprare i dollari al prezzo di $1,3/€1, pagandoli € 769 e risparmiando, quindi, €833 – € 769 = € 64!
  • Il tasso di cambio è rimasto a $1,30=€1 e le tre situazioni sono identiche.
  • Il tasso di cambio è $1,4=€1. Ora se ho scelto la seconda opzione posso avere i $ 1.000 sborsando solo € 714 cosa che, però, posso fare anche con l’opzione semplicemente non esercitandola! Nel caso avessi scelto la possibilità 1 avrei perso circa € 769 – € 714 = € 54!

Quindi, grazie all’opzione, ho potuto “fissare” il prezzo massimo per il mio acquisto senza precludermi la possibilità di pagarlo meno. Naturalmente questa possibilità ha un costo, rappresentato dal premio.

Il premio delle opzioni viene corrisposto dal compratore al venditore al momento dell’acquisto. Questa spesa esaurisce il rischio per l’acquirente: il costo massimo sarà sempre pari a questo! Il venditore invece, è esposto agli eventi: se l’opzione verrà esercitata dal compratore, il venditore dovrà comprare o vendere al prezzo prestabilito.

Tornando all’esempio precedente, poniamo che questa opzione costi € 5 (0,005€ per ogni 1€).

Ora nel caso A devo considerare che, comprando l’opzione, il mio risparmio non è stato di € 64, ma di € 59 a causa del costo dell’opzione.

Nel caso B, invece, le situazioni non sono equivalenti perché l’opzione ha un costo e l’acquisto della stessa rende questa scelta la più costosa delle tre.

Nel caso C, invece, la situazione che avrei comprando le opzioni risulta peggiore di quella che non prevede alcuna azione proprio per i € 5.

Potremmo rappresentare tutti questi eventi in un grafico.

Le opzioni

Come si vede, nel caso il tasso di cambio sotto gli 0,769 € per i 1$ io avrei una perdita pari al costo dell’opzione. A 0,774 € per 1$ avrei una situazione di indifferenza: l’opzione costa €0,005 mentre il mio guadagno è €0,774 – €0,769 = € 0,005. Oltre gli 0,774 ho un guadagno potenzialmente infinito!!!

Vediamo ora di rappresentare, invece, il costo del mio iPhone con e senza opzione.

Le opzioni

Poniamo che il tasso di cambio diventi $1=€0,00001; il costo del mio iPhone diventerebbe praticamente 0€ (€0,1=$ 1.000) mentre al salire del tasso di cambio avrei un costo sempre maggiore e, potenzialmente, infinito. Se invece mi compro l’opzione avrei che al cambio $1=0,00001, spenderei comunque €5, mentre, al massimo, spenderei € 769. Ho fissato il mio costo massimo!!!
Anche qui per un cambio pari a 0,774 avrei l’indifferenza tra comprare l’opzione e non: sempre € 774 spenderei!

Da quanto emerge dall’esempio precedente è chiaro come le opzioni possano rappresentare una sorta di assicurazione contro uno specifico rischio.

Come negoziare con le opzioni FX

Per negoziare con le Opzioni Fx su IQ Option è molto semplice, occorre seguire pochi semplici passaggi.

  • Aprire il proprio account di negoziazione;
  • scegliere tra le 6 coppie di valute disponibili, con cui vuoi negoziare;
  • Scegliere la scadenza, l’orario esatto della chiusura del contratto, il tempo di scadenza massimo è di 60 minuti;
  • Indicare l’ammontare dell’investimento, il minimo richiesto per l’investimento è di 25 euro in su;
  • Indicare lo strike price, ossia il prezzo di partenza del contratto;
  • Scegliere tra due opzioni per aprire una posizione di negoziazione Call se si pensa che la coppia di valute andrà il rialzo oppure Put se si pensa che le
  • coppia di valute scenderà di valore;
  • IQ Option consente di chiudere (aprire) in qualunque momento la posizione di opzioni fx, manualmente.

Le calls: Definizione

Le opzioni calls danno il diritto al compratore di acquistare un certo sottostante (azioni, obbligazioni, futures, valute) ad un certo prezzo (lo strike price) alla data di scadenza (tipo europeo) o entro la data di esercizio (tipo americano).

Dal punto di vista grafico il payoff, ossia il guadagno, fornito da un’opzione dipende sia dal premio pagato per acquistare l’opzione sia dal livello dello strike prefissato.

Calls.001

Come si vede dal grafico qui a fianco la mia perdita sull’opzione è al massimo pari al premio pagato.

Quindi se lo strike price non viene mai raggiunto comunque la mia perdita rimane limitata perché, male che vada, non eserciterò l’opzione qualora non mi convenga.

Di contro non appena lo strike price viene raggiunto l’acquirente eserciterà l’opzione.

Un esempio pratica renderà più chiaro cosa permette di fare una call.

Esempio

Poniamo di aver programmato un viaggio negli USA per la prossima estate e di avere intenzione di sfruttare la differenza tra €uro e Dollaro per comprare un’iPhone al prezzo di $ 1.000. Se potessi andare oggi negli USA e il tasso di cambio fosse 1,30$=1€ (0,769$=1€) potrei comprare l’iPhone pagando € 769. Tuttavia io non so se al momento del viaggio il cambio sarà uguale, peggiore o migliore.

Call graph.001

A questo punto ho 3 strategie disponibili:

  1. Cambio oggi € 769 con i $ 1.000 e mi li tengo in tasca fino al viaggio.
  2. Aspetto di andare negli USA e compro al cambio del momento.
  3. Compro un’opzione sul cambio put €/ call $ con strike price 1,30 e scadenza nella data di partenza per il viaggio, pagandola 0,005€.

Dal grafico qui sopra emerge anche un altro importante livello del tasso di cambio: 0,774€=1$. A questo livello, infatti, il costo dell’opzione sarà assorbito dal guadagno sulla stessa.

A scadenza, quindi, abbiamo tre possibili scenari:

  1. Il tasso di cambio €/$ è arrivato a $ 1,20 = € 1 (0,833€=1$). In tal caso, non cambia nulla con la strategia 1 (sempre €769 ho speso), mentre, se ho scelto la seconda possibilità, dovrò sborsare € 833 per cambiarli con i $ 1.000. Con l’opzione (strategia 3), invece, ho la possibilità di continuare a comprare i dollari al prezzo di $1,3/€1, pagandoli € 769 a cui devo aggiungere solo i 5€ del costo dell’opzione!
  2. Il tasso di cambio è rimasto a $1,30=€1. Nei primi due casi spendo €769 come se l’avessi comprato prima della partenza, mentre con l’opzione spendo € 5 in più per il costo dell’opzione.
  3. Il tasso di cambio è $1,4=€1 (0,714€=1$). Ora se ho scelto la seconda opzione posso avere i $ 1.000 sborsando solo € 714. Nel caso avessi scelto la possibilità 1, invece, ci ho rimesso perché ho pagato €769 – € 714 = € 55 in più di quelli che avrei potuto pagare non facendo nulla. L’opzione, a questo livello, non verrà esercitata e potrò comprare l’iPhone pagandolo € 714 a cui devo aggiungere solo il costo dell’opzione (€ 719).

Payoff finale master.001

Come si vede dal grafico l’acquisto della call mi consente, perdendo una somma iniziale, di garantirmi un costo massimo e di non perdere l’opportunità di spendere di meno.

Le Opzioni Puts: definizione

Le Opzioni Puts danno il diritto al compratore di vendere un certo sottostante (azioni, obbligazioni, futures, valute) ad un certo prezzo (lo strike price) alla data di scadenza (tipo europeo) o entro la data di esercizio (tipo americano). Dal punto di vista grafico il payoff, ossia il guadagno, fornito da un’opzione dipende sia dal premio pagato per acquistare l’opzione sia dal livello dello strike prefissato, come per le calls.

Master opzioni base.001

Come si vede dal grafico qui a fianco, anche per le puts, la mia perdita sull’opzione è al massimo pari al premio pagato. Quindi se il prezzo del sottostante non va sotto lo strike comunque la mia perdita rimane limitata. Appena invece il prezzo scende sotto lo strike price l’opzione comincia a diventare in the money.

L’unica vera differenza con le calls è che con le puts il guadagno è limitato al valore zero del sottostante. Se ho comprato, ad esempio, una put sul titolo Canistracci Oil con uno strike pari a 100, se il titolo va a zero al massimo il mio guadagno sarà zoo!

Facciamo un esempio anche per le puts.

Esempio di Opzione Put

put petrolio.001

Un’impresa petrolifera sta per iniziare una nuova perforazione in un nuovo giacimento. Dal piano industriale ha calcolato che solo se il prezzo rimane al livello di oggi (poniamo 150 $ al barile) l’estrazione sarà conveniente. Siccome prima di completare l’impianto passerà un anno e il produttore non può permettersi che il prezzo scenda può comprarsi una put allo strike di 150$ sul petrolio che, supponiamo costare 5$, con scadenza 1 anno.

Graficamente, quindi la situazione è come nel grafico qui a fianco. Sotto i 150$, ad esempio a 140$, l’opzione viene esercitata e il guadagno è di 10$, esattamente quello che serve a compensare la perdita che il produttore subisce sulla vendita (140$ – 150$).

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