I derivati sono dei prodotti finanziari (come le azioni, le obbligazioni, i depositi vincolati, ecc..) il cui valore deriva (da cui il nome) da quello di un’altra grandezza.
La grandezza viene chiamata sottostante e può essere dei tipi più disparati: azioni, obbligazioni, tassi d’interesse, tassi di cambio, grano, metalli, oro, tempo meteorologico,…
Dal punto di vista pratico i derivati nascono con lo scopo di ridurre o annullare un certo rischio.
Poniamo, ad esempio, che un produttore di grano, in gennaio, abbia paura che il prezzo del grano che oggi vale € 100, a giugno possa scendere. Quello che può fare è mettere in piedi una strategia di acquisto/vendita di derivati in modo da tutelarsi contro tale evenienza.
Questa premessa va fatta perché, molto spesso, i derivati vengono demonizzati da gran parte dei media in quanto ritenuti pericolosi. I derivati sono, invece, degli strumenti molto potenti che, però, vanno compresi prima di essere utilizzati. Il parallelo che mi viene in mente è quello del coltello. Un coltello è uno strumento prezioso per molte azioni, talune anche impossibili senza, ma in mano ad una mano poco esperta, può diventare molto pericoloso.
Concettualmente possiamo dividere i derivati in:
- I Forward/Futures;
- Le Opzioni;
- Gli swaps;
- Gli ABS;
- Derivati di credito.
Gli strumenti derivati sono titoli o contratti finanziari complessi il cui prezzo è relazionato al valore di mercato di uno o più beni. Sono così chiamati in quanto il loro valore deriva dall’andamento del valore di una attività, ossia dal verificarsi nel futuro di un evento oggettivamente osservabile. L’attività, ovvero l’evento, qualsiasi sia la natura, costituisce il “sottostante” del prodotto derivato.
Questi strumenti vengono adoperati per lo più nei mercati “over the counter”, ed ultimamente data la possibilità di effettuare transazioni online, hanno avuto un largo sviluppo, evidenziato dalla centralità oggi acquisita nell’economia globale.
Il valore del derivato deriva da prodotti finanziari, beni reali e sono legati infatti alla variazione di prezzo che questi possono subire; il titolo o bene la cui quotazione imprime il valore al derivato, prende il nome di sottostante, underlying asset.
Una delle principali difficoltà che si incontra riguarda la stima del valore dei prodotti derivati, in quanto ciò richiede la capacità di simulare scenari futuri al fine di determinare il pay-off, ossia la relazione (matematica) tra il valore del derivato e quello del bene sottostante, che ne costituisce il risultato finanziario (il saldo).
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Quale funzione svolgono?
Rispondono ad una funzione in primis protettiva, ossia di copertura, da uno specifico rischio di mercato, chiamato hedging, l’arbitraggio, ossia l’acquisto di un prodotto in un mercato e la sua vendita in un altro mercato, e infine una funzione prettamente speculativa, basti volgere lo sguardo ai mercati finanziari globali.
Ogni derivato presenta una previsione operata sull’andamento futuro di un determinato indice di prezzo, trattasi infatti di uno strumento finanziario acquistabile sui mercati da scommettitori, non aventi un legame diretto con il titolo o bene sottostante, e quindi non coinvolti nell’operazione finanziaria dal cui andamento il prodotto derivato trae il suo valore.
Vediamo adesso le principali categorie di prodotti derivati.
Contratti a termine
Questi prevedono un accordo tra due soggetti per ottenere una specifica quantità di sottostante, attività finanziarie o merci, in base ad un prezzo di consegna ed una data di scadenza prefissata, maturity date.
Il rischio/ rendimento di un contratto a termine è il risultato del valore del sottostante, che possiamo così sintetizzare:
- per l’acquirente del contratto, ossia il soggetto che acquista un bene ad una data e prezzo prefissato nel contratto, il cui rischio deriva dal deprezzamento del bene. Ciò comporta il pagamento del prezzo già fissato nel contratto, per un bene il cui valore di mercato è inferiore rispetto al prezzo da pagare;
- per il venditore del contratto, il rischio è invece rappresentato dall’apprezzamento del bene.
Le principali tipologie di contratti a termine sono i contratti:
- forward, al di fuori dei mercati regolamentati;
- futures, negoziati sui mercati regolamentati e conseguentemente a ciò standardizzati sia per oggetto, che per dimensione, scadenza e regole di negoziazione. L’unica scelta propria delle parti le parti è rappresentata dalla possibilità di definire il prezzo a cui vogliono acquistare o vendere.
Gli Swap
Mediante lo swap le due parti si accordano per lo scambio dei flussi di pagamento o flussi di cassa, a date certe; i pagamenti effettuati sono sia nella stessa valuta che valute differenti ed il loro ammontare è direttamente collegato al sottostante. Gli swap non sono altro contratti OTC, over-the-counter non negoziati su mercati regolamentati.
In base al sottostante possiamo individuare più tipologie di swap.
Soffermiamoci sui principali:
- Interest rate swap, contratti in cui le controparti si scambiano tra loro pagamenti periodici di interessi, i quali vengono calcolati sul capitale nozionale di riferimento (somma di denaro) e il tutto per un periodo corrispondente alla durata stessa del contatto.
L’interest rate swap più diffusa, è la plain vanilla swap; in tal caso uno dei flussi di pagamento deriva dal tasso di interesse fisso, mentre l’altro da un tasso di interesse variabile. E’ quest’ultimo a determinare il profilo di rischio/rendimento del prodotto (variazioni del tasso variabile rispetto a quanto ipotizzato nella fase di conclusione del contratto).
Nell’ipotesi di un tasso variabile superiore alle aspettative, colui che è tenuto a pagare un tasso fisso, matura un profitto (pagamenti a tasso fisso + i pagamenti a tasso variabile, superiori a quanto previsto).
Avviene l’esatto contrario nel caso in cui il tasso variabile scende. - Currency Swap, ossia “scambio di valute”, trattasi di contratti in cui lo scambio che avviene tra le due parti, vede da una parte il capitale e gli interessi espressi in una divisa, contro, dall’altra parte, il capitale e gli interessi che vengono espressi in un’altra divisa. Entrambi i flussi di pagamenti sono a tasso variabile.
- Asset Swap, i pagamenti che le due parti si scambiano, sono pagamenti periodici liquidati, in relazione ad uno specifico asset, titolo obbligazionario, detenuto da una delle due parti; alla parte che detiene l’obbligazione, spetta anche l’interesse dell’obbligazione. In tutto questo l’altra parte riceve invece l’interesse dell’obbligazione, pagando un tasso di natura diversa (quando l’obbligazione sarà a tasso fisso pagherà una variabile e viceversa).
- Credit Default Swap (CDS), in questo caso il protection buyer, effettua pagamenti periodici a favore del protection seller, tutelandosi dal rischio che può esser collegato ad un specifico sottostante, che può essere costituito da un’ emissione, emittente o un intero portafoglio di strumenti finanziari. Scopo principale di questa tipologia di contratto, è la copertura di quei rischi che possono essere collegati a una specifica attività.
Le Opzioni
Mediante l’opzione (contratto) si ottiene il diritto di comprare, opzione “Call”, oppure vendere, opzione “Put”, una determinata quantità di bene, sottostante, ad uno strike price, prezzo di esercizio, ossia un prezzo prefissato, e ciò entro una certa data/ scadenza, opzione americana, oppure al raggiungimento della stessa, opzione europea.
Il bene sottostante può corrispondere ad:
- un’attività finanziaria, azioni, obbligazioni, valute, strumenti finanziari derivati, ecc.;
- un evento di varia natura;
- una merce, come petrolio, oro, grano, ecc…
Il compratore dell’opzione esercita il diritto di acquistare, call, oppure vendere, put, e ciò che otterrà (il ricavo) varierà in base alla scelta fatta.
In caso di opzione call, il ricavo sarà il risultato della differenza tra prezzo spot, ossia il prezzo corrente del sottostante, ed il prezzo di esercizio.
Nel caso invece di put, il ricavo ottenuto, risulterà dalla differenza tra prezzo di esercizio e il prezzo spot.
I covered warrant non sono contratti come le opzioni, ma titoli che incorporano un’opzione, diffusi sia da banche che da imprese di investimento, ed oggi anche fra i piccoli risparmiatori.
I derivati: Concetti di base
Questi prodotti si presentano sotto diverse vesti.
Le binarie da cui le famose opzioni binarie, le calls, le puts, i CFD hanno tutti la caratteristica di essere dei prodotti finanziari il cui valore dipende da quello di un’altra grandezza e, quindi, posseggono un certo valore proprio per effetto del movimento del prezzo di un’altra grandezza.
Quindi quando compriamo una call sul petrolio stiamo in realtà comprando il “prezzo del petrolio” perché, in parole povere, il valore del nostro derivato dipende da questa grandezza.
Diamo comunque, in questa sezione, una panoramica di quei derivati che sono disponibili per il grande pubblico che, ultimamente, sono di molto aumentati grazie alla diffusione dei mercati e dei brokers.
L’avvertenza è che si tratta di strumenti potenti e che, quindi, possono risultare pericolosi se non li conosce. Le opzioni binarie, soprattutto, hanno il pregio ed il difetto di pagare una certa somma “fissa” all’avvenire di una certa situazione: stiamo parlando di binaria proprio perché il valore finale è il guadagno o la totale perdita della somma investita.
Se si è consapevoli di ciò non si avranno brutte sorprese!
Forward
Il Forward è un contratto in cui una controparte accetta di consegnare in una certa data nel futuro (data di scadenza) un certo sottostante ad un certo prezzo all’altra controparte.
In questo tipo di contratto, quindi, non c’è nessuno scambio al momento della conclusione del contratto e si corre quindi il rischio che una controparte possa non volere o non essere in grado di adempiere al proprio obbligo (il cosiddetto rischio di controparte).
Futures
Il Futures, invece, è un contratto STANDARDIZZATO di solito concluso con una CLEARING HOUSE (la cassa di compensazione e garanzia) con il quale si accetta di acquistare (posizione lunga) o vendere (posizione corta) ad una data futura tra quelle quotate (data di scadenza), una certa quantità fissa di sottostante ad un certo prezzo (il prezzo del futures).
Qui il rischio controparte è praticamente annullato perché le controparti sono mediate dalla clearing house che provvede tramite un meccanismo, detto di marginazione (margin calls), a far sì che la controparte in perdita “liquidi” ogni giorno la propria perdita alla controparte in utile.
CME Quotazioni
Uno degli esempi più conosciuti di futures è quello su cambi Forex; si tratta di un contratto tra due controparti dove una (la venditrice) accetta di consegnare all’altra (l’acquirente) un certo ammontare fisso di una certa valuta (il sottostante) ad un certo prezzo (il prezzo futures) da pagare alla data di consegna (data di consegna).
Uno dei maggiori mercati di questi futures è l’International Monetary Market del CME dove vengono quotate moltissime valute in termini di dollaro.
Per l’Euro, ad esempio, 1 contratto futures ha per sottostante € 125.000 e vengono quotate almeno 4 scadenze annuali (marzo, giugno, settembre e dicembre).
Poniamo di comprare il futures scadenza dicembre 2015 che quota 1,2598.
Alla scadenza, ossia a dicembre 2015, questo futures prevede la consegna fisica del sottostante e, quindi, dovrò consegnare alla clearing house (125.000 x 1,2598 ) $ 157.475 in cambio di € 125.000.
Naturalmente, acquistando il futures, ho “fissato” un tasso di cambio a prescindere dall’andamento del mercato dei cambi.
Poniamo che il dollaro, a dicembre 2015, quoti sul mercato spot (ossia a pronti) $ 1,30 = € 1, ossia che potrei andare in banca e dare $ 162.500 per avere € 125.000.
Grazie al futures acquistato, posso spendere solo $ 157.475 per avere i € 125.000 con un risparmio di $ 162.500 – $ 157.475 = $ 5.025.



